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Il Cineclub Piacenza è nato negli anni ’60 del secolo scorso come “Sezione Cineamatori” della Famiglia Piasinteina su iniziativa di un gruppo di appassionati della cinepresa e del cinematografo, con l’appoggio della “Famiglia” stessa, di Cisco Corvi, fotografo, Giulio Cattivelli, critico cinematografico e giornalista e di Ernesto Prati, direttore del quotidiano piacentino “Libertà” il quale darà poi ampia ospitalità al neonato cineclub presso gli studi dell’emittente televisiva Telelibertà. E’ divenuto autonomo e si è costituito formalmente, con atto notarile, il 13 febbraio 1969; ecco un estratto dell’atto costitutivo: L’Associazione è rigorosamente apolitica e senza finalità di lucro. Essa persegue i seguenti scopi:

1. esplicare attività di cultura dell’immagine e della comunicazione artistica e sociale a mezzo degli strumenti fotografici, cinematografici e di videoregistrazione.,

2. promuovere, divulgare e valorizzare ogni attività di cultura – tecnica e creativa – dell’arte video cinematografica e di quella fotografica in tutte le sue forme.

3. realizzare direttamente documenti fotografici, documentari, servizi speciali televisivi e cortometraggi, utili all’informazione o all’approfondimento delle problematiche relative alle categorie più deboli della società; assistere e comunque collaborare con i propri soci volontari, le ONLUS e altre organizzazioni operanti nel campo dell’assistenza e solidarietà sociale, nelle loro attività di comunicazione e sensibilizzazione attraverso gli strumenti di cui sopra.

Per la realizzazione degli scopi sopra elencati e nell’intento di agire in favore di tutta la collettività, il Cineclub Piacenza, tra l’altro:

a) organizza o patrocina mostre, rassegne, proiezioni, conferenze, concorsi, incontri, corsi ed ogni altra iniziativa similare finalizzata agli scopi indicati nel precedente comma;

b) assiste soci e simpatizzanti nell’utilizzo degli strumenti e delle tecniche delle attività foto-cine-video amatoriali;

c) cataloga, custodisce e conserva nella propria Cine-videoteca film e video d’interesse storico, culturale, artistico o umanitario, nonché le opere dei soci presentate in rassegne e concorsi;

d) cura proiezioni presso Scuole nonché presso enti di utilità e solidarietà sociale ed altre organizzazioni ai fini specifici di cui al punto 3 del comma precedente;

e) espleta ogni altra attività direttamente connessa o strumentale agli scopi evidenziati.

Appassionati autori come Bruno Rossi, Giuseppe Baucia e Giulio Didomenicantonio hanno contribuito notevolmente allo sviluppo del Cineclub Piacenza dapprima organizzando rassegne cinematografiche e proiezioni di diapositive relative al territorio piacentino, poi dando vita al primo festival del cinema indipendente dedicandolo ad uno dei simboli di Piacenza: Palazzo Gotico, intitolandolo appunto “Gotico d’oro”. Per quattro edizioni, dal 1985 al 1988, fu un successo di pubblico straordinario. Il festival non era solo appannaggio dei soci del Cineclub Piacenza ma aperto a chiunque fosse riuscito a realizzare un film, più esattamente un cortometraggio a soggetto. Grazie a iniziative di questo tipo, oggi, possiamo contare su numerosi film/cortometraggi e documentari che hanno raccontato un periodo storico importante lungo quasi quarant’anni. Appare chiaro che il Cineclub Piacenza non si è limitato solo al Gotico d’oro ma, una volta collaudato il meccanismo e aumentato il numero dei soci, la produzione del sodalizio è stata davvero sterminata e l’attività febbrile.

Attualmente il Cineclub Piacenza “G. Cattivelli”, attivissimo in campo documentaristico e televisivo, ha cambiato tendenza, nel senso che una nuova forza e una nuova motivazione la sta trovando nel reportage più che nel cinema. Il suo impegno sociale lo sta conducendo verso una nuova forza espressiva che è quella tipica di chi vuol raccontare una storia presa dalla realtà con i mezzi che il progresso digitale e la tecnica stanno mettendo a disposizione. Per una certa forma d’amore resta quel cine davanti a club, lo stesso nome che lo ha caratterizzato e lo caratterizza solo per il suo passato davvero glorioso e che oggi lo ha fatto diventare una tradizione piacentina.

Il Cineclub Piacenza “G. Cattivelli” non si è mostrato insensibile a questi cambiamenti tanto che accanto ad un archivio straordinario che conta oltre 30000 titoli e porta il nome di “Videoteca Piacenza ieri” è possibile vedere lavori documentaristici recenti girati in India, in Africa e in Brasile, autentici reportage di pura informazione oppure anche documentari più legati alla nostra provincia come “I musei di Palazzo Farnese”, “Le mura farnesiane” o “Santa Maria di Campagna”. Ovviamente certe tradizioni non ci sono più e ben lontani sono i tempi in cui si girava per i quartieri a riprendere sagre e feste, eppure, nonostante tutto, nuove interazioni sociali stanno prendendo il posto di quelle precedenti ma i tempi tanto fugaci quasi non permettono a queste di sedimentarsi e di fronte a questa velocità quello che forse suo malgrado oggi appare come una tradizione è proprio il Cineclub “G. Cattivelli” di Piacenza, forziere di memoria storica e finestra aperta sui continui cambiamenti globali.

(testo di Enzo Latronico)